Secondo il Politecnico di Milano, il Polimi, il giro d’affari del piano italiano Industria 4.0 si aggira intorno ai 1,6 – 1,7 miliari di euro. Oltre 80% delle aziende è intenzionata a usufruire delle agevolazioni fiscali, il super ammortamento e l’iperammortamento, messe a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Durante l’ultimo anno sempre più aziende si sono informate, grazie a convegni, incontri, iniziative, formazione, sul Piano Calenda ed hanno assunto consapevolezza della trasformazione digitale necessaria per rimane a passo delle grandi nazioni che già usufruiscono delle nuove tecnologie al fine di migliorare la propria impresa.
L’Articolo 1, commi da 8 a 13, legge dell’11 dicembre 2016, n. 232, prevede due tipi di agevolazioni fiscali.
Superammortamento al 140% che riguarda investimenti sul parco macchine.
Dice testualmente: “Le disposizioni dell’articolo 1, comma 91, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, si applicano anche agli investimenti in beni materiali strumentali nuovi, esclusi i veicoli e gli altri mezzi di trasporto di cui all’articolo 164, comma 1, lettere b) e b-bis),” del TUIR, “effettuati entro il 31 dicembre 2017, ovvero entro il 30 giugno 2018 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2017 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione”.
Iperammortamento al 250% che riguarda gli investimenti specificamente rivolti alla digitalizzazione del processo produttivo.
Dice testualmente: “Al fine di favorire processi di trasformazione tecnologica e digitale secondo il modello «Industria 4.0», per gli investimenti (…) in beni materiali strumentali nuovi compresi nell’elenco di cui all’allegato A annesso alla presente legge, il costo di acquisizione è maggiorato del 150 per cento”.
A questo proposito la conoscenza del piano Calenda da parte delle imprese è molto buona. Circa il 52% ha scelto di utilizzare il superammortamento ed il 36% l’iperammortamento. Il 2017, dunque, si prevede che il mercato farà un grande salto che continuerà fino al 2018. L’aspetto invece che più preoccupa gli investitori è quello che riguarda le competenze. Si rischia un rallentamento concreto relativo all’evoluzione, e la trasformazione, della cultura alle nuove tecnologie. Sarà per questo che Industria 4.0 non è solo un piano strettamente collegato alle infrastrutture industriale ma prevede sopratutto corsi di formazione, incontri, conoscenza del mondo digitalizzato. Se è vero che per comprare un macchinario 4.0 richiede qualche mese, per cambiare le competenze e sopratutto la cultura ci vuole molto di più. Inoltre, spesso le imprese non sviluppano internamente l’innovazione più discontinua, e per questo il piano finanzia l’acquisto startup. Il motivo ispiratore è che bisogna evitare che le aziende si focalizzino solo sull’innovazione incrementale.
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