La responsabilità amministrativa che cade in capo ad una società a causa di un reato commesso da un dipendente o da un collaboratore riserva, per la società, delle conseguenze che possono generare un forte impatto sulla business continuity dell’azienda.
Le sanzioni a cui l’azienda è esposta sono:
- Sanzioni pecuniarie
- Sanzioni interdittive
- La pubblicazione della sentenza
- La confisca
Da strumento facoltativo per l’impresa, il modello organizzativo sta divenendo progressivamente un cardine per l’attività d’impresa ed il trend lascia presagire che il legislatore, di qui a poco, provvederà ad estenderne l’obbligo a tutte le imprese.
Si pensi che in Senato è presente il disegno di legge che mira ad introdurre l’obbligatorietà del modello organizzativo del D.Lgs.231/01 per far fronte alle dinamiche che molto velocemente stanno parlando di necessità urgente a riguardo.
Secondo l’opinione di molti amministratori pubblici e professionisti coinvolti a vario titolo nella gestione della prevenzione, l’obbligatorietà dell’applicazione del modello di prevenzione dei reati ai sensi del D.Lgs. 231/01 sarebbe imminente. Per altri invece sarebbe, di fatto, addirittura “già conclamata”.
La prevenzione dei reati, soprattutto per le aziende che ottengono concessione di benefici da parte degli Enti dello Stato sta acquistando progressivamente un’attenzione sempre più crescente da parte della magistratura, da parte degli Enti erogatori e da parte delle imprese che svolgono il proprio business attraverso la gestione di “benefici” e “concessioni”.
Avvocati e consulenti si preparano ad affrontare il nuovo mercato
Secondo il disegno di legge che verosimilmente sarà affrontato, esaminato e discusso durante il 2020, le prime ad essere interessate saranno le imprese di certe dimensioni e cioè quelle più grandi. A causa di ciò il mondo della consulenza è davvero in fermento.
L’avvio dell’obbligatorietà dell’adozione (efficace) del modello 231 porterà una rivoluzione mai vista prima nel mondo della consulenza legale e della consulenza aziendale. Una forte domanda di consulenza in tale senso investirà i professionisti e non tutti sono preparati ad affrontare questo tipo di richiesta.
Le competenze da mettere in campo infatti non sono esclusivamente “legali”. La conoscenza del diritto non appare sufficiente a coprire questo genere di richiesta. La progettazione e lo sviluppo di un sistema di gestione per la prevenzione dei reati infatti richiede conoscenze “aziendalistiche” e “gestionali” non sempre disponibili a chi fa attività da avvocato o da giurista di impresa.
Assolutamente indispensabile risulterà il supporto di sistemi documentali già pronti sapientemente concepiti in maniera tale da permettere di:
- Schematizzare i flussi delle attività e dei processi
- Controllare i processi decisionali
- Individuare le aree sensibili dell’azienda
- Valutare il rischio di commissione dei reati presupposto
- Determinare procedure di controllo con criteri di prevenzione
- Attuare un sistema di deleghe
- Strutturare il funzionigramma
- Predisporre l’attività formativa
- Istituire un sistema sanzionatorio
- Istituire l’Organismo di Vigilanza
Il modello organizzativo 231 infatti, se adeguatamente adottato, permette all’impresa di non incorrere in procedimenti giudiziari ma, soprattutto garantisce ai committenti la continuità del servizio commissionato.
Ove l’azienda affidataria dovesse incorrere in procedimenti giudiziari a causa di reati commessi dai dipendenti (siano essi figure apicali o sottoposte) il pregiudizio cadrebbe anche in capo al committente che subirebbe l’interruzione di un servizio in corso.
Non dimentichiamo infatti che le sanzioni possono essere anche interdittive cioè possono comportare il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
Il modello documentale da adottare deve essere semplice
La struttura documentale relativa ai protocolli di prevenzione, alle deleghe e alle responsabilità non deve assolutamente comportare un aggravio di lavoro per il personale interno all’azienda. Le regole da rispettare devono essere semplici e chiare e non devono esporre il personale allo sforzo di consultazione e comprensione.
L’azienda deve “fare proprio” il modello organizzativo
La stesura del modello organizzativo prevede la schematizzazione dei processi aziendali e l’applicazione di misure di prevenzione per la commistione del reato. L’azienda in tale processo deve progressivamente imparare a gestire e modificare il sistema da sé. [Vedi Kit Documentale Procedure 231 – Strumenti e modulistica già pronti all’85%] Il ricorso alla consulenza è comprensibile nell’approccio iniziale, nelle fasi successive graverebbe sui costi fissi e deve essere attentamente monitorato.
I kit documentali del modello già esistono
Per le imprese o per i consulenti non è necessario iniziare ad implementare il sistema dalla stesura della modulistica. Partire da zero significherebbe sprecare tanto lavoro già compiuto. I kit documentali 231 conformi alle linee guida della Confindustria hanno già permesso la realizzazione di strumenti prontamente operativi che vanno semplicemente compilati con i dati aziendali e impiegati nelle attività lavorative.
Riporre attenzione alle “capacità di esimenza reali” del modello
La Circolare 83607/2012 della Guardia di finanza sui controlli alle imprese in caso di reati commessi in violazione del D.Lgs. 231/01 chiarisce che per “adozione” si deve intendere la predisposizione del modello in azienda, con le sue regole da rispettare.
Altra cosa invece è “l’efficace attuazione” che riguarda il funzionamento concreto del modello nell’azienda.
Ai fini dell’esimenza, l’imprenditore deve tenere presente che il pubblico ministero, durante il procedimento per un reato commesso da un soggetto della società, insisterà sull’efficacia del sistema che verrà alla luce grazie all’attività investigativa.
Attenzione quindi che per le condizioni della famosa esimenza l’azienda deve essere in grado di dimostrare che
- Ha preventivamente adottato ed efficacemente attuato un Modello di organizzazione gestione e controllo idoneo ad individuare e prevenire i reati identificati nel D.Lgs 231/01
- Ha istituito un organismo di controllo sul funzionamento, sull’adeguatezza e aggiornamento del Modello 231 (Organismo di Vigilanza)
- Il reato è stato commesso con elusione fraudolenta del Modello da parte degli autori del reato
- Non vi è stata insufficiente o inesistente controllo da parte dell’OdV
- Sono state individuate le attività nel cui ambito possono essere commessi reati
- Sono stati previsti i controlli specifici di prevenzione
- Sono state individuate le risorse finanziarie idonee ad impedire il compimento del reato
- Sono stati definiti gli obblighi di informazione nei confronti dell’Organismo di Vigilanza
- Sia stato introdotto un sistema disciplinare e sanzionatorio idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure introdotte dal Modello
- Sia stata effettuata la formazione necessaria alla prevenzione dei reati presupposto
Procedure 231 è il kit documentale di supporto ai consulenti ed alle imprese per l’implementazione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs. 231/01.
Contiene modello, codice etico, parte generale e speciale, procedure, interviste, checklist ed analisi dei rischi.
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